domenica 29 marzo 2020

Emergenza pandemia: l'estate che ci aspetta.

Emergenza Pandemia: l'estate che ci aspetta

In questi giorni drammatici per il mondo intero e per l'Italia in particolare iniziano a delinearsi gli effetti di un'altra emergenza, quella economica, diretta conseguenza di quella sanitaria. Tra tutti gli ambiti uno dei più colpiti, per ovvi motivi, è sicuramente quello dell'industria aeronautica. Una crisi gravissima ha investito tutto il settore, in ogni parte del mondo, nessun paese escluso. Il crollo delle prenotazioni dovuto alle diverse restrizioni di viaggio attuate per cercare di arginare l'epidemia ha portato le compagnie di tutto il mondo a ridurre i voli e a lasciare a terra centinaia di aeromobili. Circa un miliardo di dollari bruciati ogni giorno (sulla base delle stima della Iata, circa 250 miliardi di perdite previste per il 2020), centinaia di migliaia di dipendenti lasciati a casa, senza sapere se e quando potranno mai tornare a volare. Difficile prevedere quando si potrà tornare alla normalità, ma una cosa è certa: i livelli di traffico e redditività record raggiunti nel 2019 non verranno toccati forse per alcuni anni. I 4,6 miliardi di viaggiatori dello scorso anno rimarranno per un po' solo un bel ricordo: le previsioni, ancora in continuo aggiornamento, per quest'anno parlano di riduzioni complessive di circa il 20-25%  fino al 31 dicembre. Tutto dipenderà però dal secondo semestre dell'anno, sopratutto se questo sarà caratterizzato da un ricomparsa dell'epidemia o da un progressivo ritorno alla normalità. Quello che sappiamo per certo è che una volta terminata l'emergenza il settore aeronautico ne uscirà fortemente mutato e ridimensionato: dipenderà tutto dalla capacità delle compagnie di fronteggiare la situazione e di fornire risposte all'altezza elaborando piani industriali in grado di limitare le perdite attraverso una rimodulazione del network, della flotta, una riduzione delle frequenze e un'ottimizzazione dei costi, a partire dall'organico.
Difficilmente quindi si supereranno i 4 miliardi di viaggiatori a livello globale. E in Italia?

Le fondamenta su cui si reggeva il nostro sistema aeroportuale prima dell'inizio dell'emergenza non erano particolarmente solide, minate da continui campanilismi e anche da scelte politiche forse non sempre lungimiranti. Nonostante ciò lo scorso anno si è registrato il record di passeggeri negli aeroporti italiani:193 milioni di passeggeri, con la quasi certezza di sfondare finalmente il muro dei 200 milioni in questo 2020. Diversi aeroporti italiani hanno registrato numeri mai visti e in alcuni casi, crescite percentuali davvero sorprendenti .
Con l'Italia epicentro dell'epidemia in Europa è quasi scontato affermare che le ripercussioni a livello di traffico ed economico, saranno davvero consistenti. Probabilmente verranno cancellati gli ultimi 3-4 anni di crescita con effetti devastanti nell'indotto. Un'Italia che stava imparando a vivere anche di turismo si trova ora privata di una delle sue risorse più preziose, e non si sa ancora per quanto tempo. Secondo le migliori previsioni per il mese di Giugno dovrebbe cominciare un parziale ritorno alla normalità a livello aeronautico. Difficile stabilire quanti viaggiatori torneranno subito nel nostro paese: le diverse restrizioni di viaggio applicate dai diversi stati potranno essere ancora in vigore, limitando il traffico alla sola mobilità interna e a quei pochi paesi che avranno permesso ai propri cittadini di viaggiare. Anche la mobilità interna dipenderà però da quanti avranno la possibilità economica di effettuare spostamenti vacanzieri: tutte queste considerazioni portano a ipotizzare che anche nelle migliori condizioni il livello di traffico sarà decisamente limitato. 
Tutte le destinazioni preferite dagli italiani nel mondo hanno vietato l'ingresso e in molte di queste restrizioni rimarranno in vigore quasi sicuramente per tutta l'estate (basti guardare i blocchi ancora imposti all'intera Cina), precludendo la facoltà di viaggiare a chi ne ha possibilità. In tutto questo pesa anche un'altra grande incognita: gli Stati Uniti. Il terzo paese più visitato al mondo si sta rivelando il nuovo epicentro mondiale della pandemia nonostante abbia solo da poco iniziato a sperimentarne la diffusione. Considerati i numeri impressionanti è impensabile ipotizzare una risoluzione prima del mese di Agosto (come dichiarato tra gli altri anche dal presidente Donald Trump), fattore questo che andrà ad intaccare il redditizio traffico Italia-Usa e più in generale quello Europa-Usa. I turisti americani non visiteranno piazza San Marco, il Colosseo o il Duomo di Milano almeno fino al mese di Settembre, se non fino alle vacanze di Natale, previa scoperta e introduzione di un vaccino efficacie che possa scongiurare il ritorno del virus. 

Dall'altro lato del mondo la Cina sta gradualmente tornando alla normalità, anche la regione dell' Hubei da dove tutto è partito. La ripresa di quest'altro redditizio traffico dipenderà solo da quando l'emergenza potrà considerarsi terminata anche in Europa, constatata la limitazione dei voli imposta dal gigante asiatico per evitare il verificarsi del fenomeno di contagio di ritorno.
In tutto questo un altro importante evento impatterà sicuramente la ripresa del traffico internazionale: lo spostamento delle olimpiadi di Tokyo al 2021 ha praticamente infranto le speranze riposte nell'evento mondiale come punto di ripartenza dei viaggi. Numerosi gli italiani che avevano già acquistato i biglietti e che si erano detti pronti a partire nonostante il pericolo se la manifestazione non fosse stata spostata, ora costretti a rivedere i piani anche per il prossimo anno stante la grave incertezza economica. 

Il traffico generato dai paesi europei potrà forse riprendere, seppur molto limitatamente per il mese clou dell'anno: Agosto. L'Italia, primo paese Europeo ad aver sperimentato gli effetti devastanti del virus sarà quasi sicuramente il primo a uscirne completamente e allora, da untore del mondo il nostro paese potrà forse essere visto come il più sicuro, previa sospensione delle restrizioni agli ingressi imposto solo recentemente dal governo italiano, per gli stessi motivi di quello cinese. 

E quindi si viaggerà quest'estate? forse, sicuramente in modo molto limitato rispetto a quanto gli ultimi anni di relativa crescita e prosperità ci avevano permesso. E dove? certamente in Italia, quasi sicuramente in Europa, difficilmente nel resto nel mondo. Estremamente probabile che quindi alla fine dell'anno il mercato ad aver registrato la flessione più contenuta sarà proprio quello domestico.
Prossimamente cercheremo di individuare le ripercussioni per il sistema aeroportuale milanese e per Malpensa in particolare, oltre ad analizzare quanto peserà la nuova Alitalia in questo scenario che sta andando delineandosi.


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